Aniello ca nun se pava nun se stima

Questa sarà la seconda Pasqua, dall’inizio della pandemia, che passeremo in lockdown. Non potremo trascorrerla con i nostri nonni, non potremo andare fuori porta per la tradizionale gita di Pasquetta e le mega tavolate, a cui noi napoletani siamo abituati, almeno per quest’anno saranno solo un ricordo. Il Covid-19 ci ha tolto tantissimo ma sicuramente ciò di cui sentiamo più la mancanza è la libertà. Un valore prezioso, che troppo spesso diamo per scontato, come se fosse qualcosa di ovvio, senza mai pensare al fatto che tante persone nel mondo non sanno neanche cosa sia in realtà. E le restrizioni per affrontare questa pandemia, che ci hanno privati di tante cose, dovrebbero farci riflettere sul valore di cose che diamo per scontate, come la libertà, appunto, la salute o la vicinanza dei nostri cari ma che, in realtà, sono dei veri e propri tesori. “Aniello ca nun se pava nun se stima”, avrebbero detto i nostri nonni,che di momenti duri ne hanno vissuti e forse proprio per questo e più di noi sapevano apprezzare anche le più piccole gioie della vita.
Indipendentista, amante di Napoli e della sua storia. Pur essendo molto legata alla sua terra, che cerca di raccontare al di là di stereotipi, luoghi comuni e narrazioni tossiche, è appassionata di cultura orientale, con cui è venuta in contatto moltissimi anni fa, grazie allo studio ed alla pratica delle Arti Marziali. Negli ultimi anni si è avvicinata anche allo studio della cultura del vicino Oriente. Un occhio sulle realtà estere le permette di capire ancora meglio le dinamiche di cui si occupa grazie ad Identità Insorgenti, relativamente al Sud Italia ed ai Sud di tutto il mondo. Fa parte del collettivo di Identità Insorgenti sin dalla sua fondazione.