Asfalto sulla stradina medievale di San Nicola a Nilo scoperta lo scorso anno

La stradina medievale di San Nicola a Nilo scoperta nello scorso luglio a ridosso di Spaccanapoli è stata infine ricoperta da uno strato (abbastanza grossolano) di asfalto. Troppo difficile – forse – pensare di custodirla sotto un pannello trasparente di plexiglas e renderla fruibile alla città, troppo dispendioso – forse – circondarla da un paio di faretti e renderla un’attrazione, come si farebbe altrove per un reperto archeologico riaffiorato da uno scavo.
Certo, qualcuno potrebbe anche obiettare sostenendo che Napoli custodisce talmente tanti tesori che una stradina medievale in più o in meno non fa differenza. Eppure noi lo ricordiamo bene il clamore mediatico che suscitò la scoperta della stradina di San Nicola a Nilo, e siamo convinti che un ritrovamento come questo poteva e doveva essere conservato, anche attraverso il contributo d’idee delle associazioni del centro storico, che in tempi non sospetti si erano proposte per salvaguardare il sito.
La stradina medievale di San Nicola a Nilo: storia di un rapido oblio
La stradina medievale emerse nello scorso luglio durante i lavori di rifacimento stradale di vico San Nicola a Nilo. Esaurita l’eco della scoperta, con la pandemia che è ritornata a stravolgere la nostra quotidianità, il sito archeologico è scivolato rapidamente nell’oblio, incartato da un panneggio protettivo e ricoperto da rifiuti urbani di ogni sorta.

La strada medievale
Il tratto di pavimentazione rinascimentale riaffiorò appena al di sotto del basolato moderno, un’opera spigata in mattoni mesi in posa di taglio, molto utilizzata nel centro cittadino tra il ‘400 e il ‘500 prima della generale ripavimentazione basaltica. Appena sotto a questa distesa di mattoncini, attraverso una crepa della pavimentazione, si intravede finanche un frammento della Neapolis greco-romana, con una porzione di parete in opus reticulatum che fa capolino tra le macerie.
Dopo la scoperta dello scorso luglio la stradina che costeggia la chiesa di San Nicola a Nilo – proprio a ridosso di Spaccanapoli – fu prima transennata e poi abbandonata a sé stessa al punto da diventare uno sversatoio a cielo aperto capace di contenere sacchi dell’immondizia, grossi barili di plastica, escrementi di animali e persino un borsello vacante, testimone di uno scippo consumato tra i vicoli della città. Oltretutto, se si comparano le foto recenti con quelle coeve alla scoperta (come mostriamo in foto), sembra che alcuni mattoncini di opus spicatum siano stati trafugati o divelti, soprattutto sul tratto che affaccia su San Biagio dei Librai.
Antonio Corradini
Foto Sergio Valentino e Enzo Di Paoli

Giornalista pubblicista e caporedattore di Identità Insorgenti. Diplomato all’istituto tecnico A.Volta, dopo due anni alla facoltà di Fisica della Federico II si trasferisce al Nord nel 2008 per lavoro. Durante la sua decennale condizione di migrante si avvicina al mondo meridionalista e alle tematiche del Sud fondando la testata online IlVaporetto.com, continuando, anche da lontano, a coltivare il suo amore viscerale e incondizionato verso la città di Napoli. Appassionato di storia antica, di mitologia, di arte, di scienze e collezionista zelante di libri, musica e films. Avverso ad ogni forma di discriminazione, attivista, ambientalista, strenuo difensore dell’identità partenopea e strenuo sostenitore dell’associazionismo dal basso, collabora con una fitta rete di realtà del territorio allo scopo di valorizzare e salvaguardare l’immenso patrimonio culturale partenopeo.