AUGURI DIEGO
Omaggio a Maradona, l’ultimo rivoluzionario del mondo del calcio

Nella sua accezione più genuina e fanciullesca, non esiste personaggio alcuno capace di racchiudere in sé stesso il ritratto per eccellenza del calcio.
Diego Armando Maradona, l’argentino dal piede dorato ritenuto – e riconosciuto – da sempre il calciatore più forte che abbia mai calcato un campo da calcio.
Le traiettorie disegnate dal suo mancino fatato ad annichilire i portieri rivali; il passo leggero e dirompente con cui attraversava le difese avversarie; il goal del Secolo e quella mano beffarda ad insinuarsi nelle pieghe della storia per riscattare le sofferenze e dar forma ai sogni del pueblo d’Argentina.
E poi Napoli e i successi raccolti alle pendici del Vesuvio, in quella Terra divenuta la sua seconda Mamma, il suo Regno, laddove Maradona ha assunto le vesti di una Divinità.
Immortale ed intoccabile, da difendere e venerare contro ogni velleitario tentativo di ridimensionarne genio, talento ed estro nella stessa maniera in cui lui – Diego – ha difeso la gente di Napoli dai pregiudizi e dalle discriminazioni, regalandole gioie che mai prima aveva provato e inondandola di un nettare che mai prima aveva assaporato.
Maradona ha fatto parlare e discutere di sé come nessun altro giocatore sia riuscito a fare prima e dopo di lui. L’impegno politico, l’amicizia con Fidel Castro, Evo Morales e Hugo Chavez. Il suo vivere fuori dagli schemi, il suo essere sempre al fianco dei più deboli e contro i “poteri forti” lo hanno reso simbolo, emblema ed eroe della gente comune.
Il rapporto controverso con la giustizia, la burrascosa vita sentimentale, i problemi di droga e quel baratro profondo e senza fine da cui – a testa alta e senza dar adito alcuno al fango mediatico piovutogli addosso – ha saputo sempre venirne fuori.
Perché non è forte chi non cade, ma chi cadendo ha la forza di rialzarsi.
E Maradona lo ha fatto. Per lui, la sua famiglia e tutti noi, amanti di quel fùtbol che, citando Jorge Valdano, vivrà per sempre in quel “cofanetto perfetto di ossa, muscoli e tendini che è il suo corpo”.
Dal profondo del cuore, buon compleanno Diego!
Antonio Guarino
Laureato in Economia, in esilio a Milano. Classe 1990, venuto al mondo diciassette giorni prima del secondo Scudetto del Napoli. Tifoso appassionato e passionale degli Azzurri da quando a 5 anni, allettato per la varicella, mio padre e mia madre ben pensarono di farmi trascorrere quella convalescenza in compagnia delle videocassette di Maradona raccontate da Salvatore Biazzo, Luigi Necco e Italo Kuhne. Nella grande famiglia di Identità Insorgenti dal 2015, per cui scrivo e racconto le emozioni a tutto tondo del mondo calcistico partenopeo.