Crolla anche la base sulla quale si erge la Colonna Spezzata: lungomare nel degrado totale

Ieri vi abbiamo raccontato delle condizioni di degrado del lungomare di Napoli e dei cantieri fermi a un mese dalla mareggiata. Oggi – al netto del sequestro da parte dei carabinieri per conto della Procura dell’area crollata dell’Arco Borbonico – si registra anche il crollo del muro di contenimento che circonda la colonna spezzata, le cui condizioni erano già gravi da tempo. Le transenne sono lì già da mesi e alcuni massi erano già caduti. Ma la situazione è notevolmente peggiorata negli ultimi giorni. Come si evince dalla gallery che segue.
La storia della Colonna Spezzata
La Colonna Spezzata che si trova sul Lungomare di Napoli all’inizio di via Partenope è un monumento ai caduti del mare. Fu creato a Napoli nel 1914, grazie al posizionamento della colonna di epoca romana su una base di marmo bianco già esistente. La base era stata costruita nel 1867 per realizzare il monumento ai caduti nella battaglia navale di Lissa che però non fu mai terminato.
La colonna, che fu all’epoca sistemata sul basamento, è in marmo cipollino con venature verdi-grigie e proveniva dal teatro romano di via Anticaglia. Prima della collocazione era conservata nei grandi depositi del MANN, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Il monumento a Caracciolo che non fu mai realizzato
Verso la fine del 1800 si pensò di collocarvi in cima una statua dell’ammiraglio Francesco Caracciolo, tra i protagonisti della Repubblica Napoletana del 1799, a cui è intitolato il lungomare cittadino.
La mancanza di fondi fece naufragare il progetto. E la base della colonna rimase lì.

Giornalista professionista. Ha iniziato la sua carriera a 20 anni, a Napoli, dove si è occupata di cultura e spettacoli per il Giornale di Napoli e il Tempo per poi emigrare a Roma, dove ha vissuto per quasi due decenni, lavorando nella carta stampata, in tv e sul web, con editori di tutte le aree politiche (da Mediaset alla web-tv di area pd, Sherpa-Tv). Negli ultimi anni capitolini ha ricoperto ruoli di capo ufficio stampa in diverse istituzioni (ministeri e parlamento). Ma nel 2014 è tornata a Napoli definitivamente: qui ha fondato l’associazione Identità Insorgenti con un gruppo di amici e colleghi storici, che editano questo giornale, per offrire un’altra narrazione del Sud.