LA PIAZZA
Ariano non si Lega: la voce dell’Irpinia contro la propaganda di Salvini
C’è sempre una parte giusta della storia e noi l’abbiamo trovata nella protesta del Comitato “Ariano non si Lega”: tenuti lontano dal palco del comizio che il leader del Carroccio ha tenuto nella città del Tricolle, relegati nell’ombra, circondati da transenne e cordoni delle Forze dell’Ordine, hanno avuto comunque abbastanza fiato per farsi sentire e abbastanza forza per denunciare la totale mancanza di libertà e democrazia.
Sì, perché Ariano sembrava ripiombata nella Zona Rossa di sei mesi fa: nessun cittadino era libero di muoversi per le strade del luogo in cui abita, tutti quelli che transitavano nell’area di Piazza Plebiscito erano tenuti a dire dove andavano e per quale motivo si stavano spostando. Un clima surreale, da G8, come lo ha definito Roberto – Buglione – De Filippis che parlava a nome del Comitato: «Per essere una piccola città è veramente incredibile questo spiegamento di forze. Eppure Matteo Salvini è un semplice senatore della Repubblica che tiene un comizio, ma questa mattina Ariano si è svegliata e la democrazia non esisteva più. Noi paghiamo tutto questo, paghiamo alla Lega questa campagna elettorale che serve a ripetere il solito canovaccio: inquadrature strette e becera propaganda, è una cosa vergognosa limitare così la libertà delle persone, creare ad arte un clima di tensione e consentire l’accesso ad un comizio pubblico solo a chi ha intenzione di applaudire Salvini. Ma da quest’altra parte del palco c’è un pezzo di Ariano che non dimentica i trent’anni di insulti, non dimentica come questo nuovo consenso è stato costruito, non dimentica come certi politici provano a ripulirsi per ottenere una verginità politica».
Tutti rinchiusi in un recinto, ma nonostante i limiti e i tentativi di zittire l’altro lato della piazza – anche da parte di candidati locali – il Comitato “Ariano non si Lega” ha affisso diversi striscioni in città, uno anche all’ingresso della Casa Circondariale di Ariano, dove Matteo Salvini si è recato per fare un saluto alla polizia penitenziaria, come ha sottolineato il collettivo Attack Irpinia in un post: «Non per vedere lo stato di sovraffollamento e e le condizioni in cui vivono i detenuti, una volta si visitavano le carceri perché erano lo specchio della società, per monitore e tutelare i diritti. Oggi Salvini visita il carcere per vedere come sta la polizia penitenziaria. Questa è la sua idea di società: il carcere».
E Ariano sembrava proprio un carcere a cielo aperto, per fortuna nessun tentativo messo in atto è riuscito a sminuire il valore del sit-in del Comitato che ha dimostrato come le parole e le manifestazioni di dissenso siano strumenti sufficienti per salvaguardare la democrazia e continuare a combattere contro la retorica dell’odio.