LA DERIVA
Napoli, Anm: la propaganda leghista viaggia sul servizio pubblico

Ricordate il Referendum del 1993 sull’abrogazione della legge sul finanziamento pubblico ai partiti? Era un’altra Italia, reduce dallo scandalo Mani Pulite che aveva fatto, appunto, piazza (quasi) pulita dei vecchi partiti e della corruzione che aveva devastato la vita civile ed economica del paese. Un diffuso anelito di legalità portò i SI a stravincere con il 90% e Mario Segni fu quasi portato in trionfo, per un plebiscito che si pensò potesse inaugurare una nuova stagione per la politica del paese.
Fummo in pochi ad avanzare dubbi, a sostenere che il finanziamento pubblico (poi, successivamente riformato in varie occasioni, dal 1993 fino a Enrico Letta) garantisse equità e giustizia, se gestito in trasparenza, prevedendo ciò che sarebbe accaduto di lì a poco con la discesa in campo di Berlusconi: la comparsa della “politica-show”, ovvero: l’applicazione dei principi del marketing aziendale più spregiudicato all’idea stessa della rappresentanza democratica in uno Stato sovrano.
Gli effetti, dopo quasi trent’anni, sono sotto gli occhi di tutti: il cittadino ridotto a cliente e i suoi diritti trasformati in merce di scambio. Tutto, anche i principi basilari della democrazia, è in vendita. A beneficio di chi ha più potere economico. Nella nuova “democrazia aziendale” non vince chi è in grado di proporre idee e progetti, ma chi dispone di maggiori quantità di danaro. È la politica del padrone ricco, che può comprarsi tutto, anche i voti di ogni singolo parlamentare. E che ha portato l’Italia all’attuale deriva salviniana.
Già, quel Salvini (uno dei politici più “vecchi” del paese) che è solo l’ultimo lascito di un processo iniziato trent’anni fa e che oggi culmina con l’ultima trovata: comprarsi, tramite l’agenzia IGP Decaux, gli spazi pubblicitari sopra gli autobus e dentro le linee metropolitane di Napoli. Sì, di Napoli, non di Treviso. Di Napoli. Ovvero: quella città su cui la Lega ha gettato fango per almeno tre decenni e che oggi torna utile alla nuova politica poltronara del polpulista padano, colui che fino a ieri ci chiamava “terroni” e oggi ci chiede di votarlo.
È paradossale ciò che sta accadendo: la politica (non solo Salvini) usa un servizio pubblico pagato profumatamente da tutti i cittadini per farsi propaganda. Un servizio che proprio la politica ha distrutto, anno dopo anno. Proprio l’ANM, ridotta al quasi-fallimento dalla stessa politica che oggi compra i suoi spazi per rivendere sè stessa come se fosse un detersivo per lavare i pavimenti.
Dopo quasi trent’anni, il cerchio si chiude: dopo le lottizazioni, le raccomandazioni e la corruzione, la politica di chi ha più soldi si compra i nostri servizi basilari, a iniziare dai trasporti disastrati.
Possiamo rispondere in un solo modo, a tutto ciò: con uno sciopero che chieda alla politica di tornare all’etica e alla dignità. Napoletani, usate i piedi, usate la bicicletta… Qualunque cosa, pur di lasciare quegli autobus vuoti. Noi terroni in un autobus tappezzato con quella faccia non vogliamo entrarci.
Maurizio Amodio

Maurizio Amodio nasce a Napoli nel 1970 da un’insegnante elementare e da un professore di filosofia. Vive da 0 a 19 anni a Piazza Dante dentro il Convitto Nazionale Vittorio Emanuele ll, dove il papà, in quanto Rettore, ha l’alloggio. Impara già in tenera età a rispettare la natura perchè dalla finestra gli entra un ramo di magnolia in camera e a 14 anni si cimenta nel commercio gestendo un fitto contrabbando di riviste porno con i convittori interni della struttura. Colleziona gatti per tutto l’arco della sua vita. Studia pianoforte, ma le dita corte non gli permettono di diventare il nuovo Maurizio Pollini. Quando il Napoli vince il primo scudetto, si arrampica sulla torre dell’orologio del Convitto e sostituisce la bandiera italiana con una del Napoli Calcio raffigurante la faccia di Maradona. Per tutti i suoi anni universitari si paga i lenti studi facendo lezioni private e lavorando nei pub, dove fa anche acchiappanza con le femmine, oltre che frequente abuso di alcool. Nel frattempo, continua a spendersi tutti i soldi in dischi, libri e profilattici. Nel ’94 rifiuta il servizio militare, va sotto processo come renitente alla leva, si difende da solo, vince e alla fine va a guidare l’ambulanza come obiettore di coscienza in un posto sperduto degli appennini, dove fa altre acchiappanze rurali. Collabora col WWF come educatore ambientale, partecipa ad Agenda21 per tre anni e alla fine se ne va sbattendo la porta. Nel frattempo è anche traduttore, fotografo e insegna italiano alla comunità senegalese. La svolta nel ’97, quando entra a Napoli Sotterranea. È lì che impara a parlare in pubblico senza timidezze e diventa speleologo e guida turistica, attività che ancora oggi svolge in proprio in tutta la Campania. Nel 2020 entra fisso nella redazione di Identità Insorgenti, primo passo verso la futura assegnazione del Premio Pulitzer. p.s.: sigarette fumate: Rothmans demi. Taglia di abbigliamento: M. Numero di scarpe: 43.